Noi
tutti abbiamo udito venerdì sera le idee strampalate del buon
Ministro Delrio che ha, senza giri di parole, letto il testamento per
la nostra Provincia.
Ebbene
sì, moriremo gestiti da uno pseudo nuovo Bim, comandato da un
sindaco che dovrà fare, oltre che al suo, anche il presidente di
questa provincia, ibrida e senza soldi.
Considerato
che di azioni amministrative, delibere dei comuni, prese di posizione
di sindaci, categorie e politici ne sono state fatte da poter fare un
libro oltre che alle manifestazioni di piazza, e che la risposta
della controparte governativa è stata deludente, cosa fare ora?
Ci
siamo resi contro che in questi mesi tra bellunesi e ministro c'è
stato un dialogo tra sordi che è ha avuto la sua apoteosi con il
nuovo disegno di riorganizzazione delle province? Lo hanno capito
anche i sassi che tutti noi, qui, chiediamo un'ente di primo grado
elettivo con una sua autonomia fiscale.
L'assurdo
disegno che ci ridurrà in un ente privo di democrazia e senza
risorse che attingerà a nuove competenze tramite la Regione. E dove
sarebbe la novità? Dalla Regione? E la Regione con chi dovrebbe
trattare eventuali competenze? Con un sindaco o con un commissario?
In
secondo luogo la tanto richiesta autonomia fiscale dove è finita?
Non
voglio soffermarmi sul madornale autogol del Pd che pensava di
portare in passerella a Belluno un Ministro che si è nei fatti
inciampato dimostrando a tutti di non capire minimamente i problemi
dei bellunesi ma vorrei invece chiedermi quali azioni politiche si
possano mettere in atto per tentare l'ultima spiaggia.
Dato
che di atti amministrativi e di manifestazioni, come detto, ne sono
state fatte di ogni genere, non resta che la disobbedienza
istituzionale ossia preparaci ad una nuova forma di protesta.
I
sindaci, mi chiedo, avrebbero il coraggio di chiudere sul serio ogni
comune portando, realmente intendo, fascia e chiave di ogni comune al
prefetto che è in questo caso emanazione diretta del Governo? Se
appunto lo stato ci vuole togliere tutto diamo allo stato tutto,
compresi oneri e problemi che quotidianamente viviamo in questo
territorio, creiamo il caos istituzionale e allora poi dovranno sul
serio trattare con noi. Ridiamo allo stato tutto e lo stato si renda
conto che questa provincia è realmente diversa, specifica non solo a
parole, cari De Menech e cari Delrio!
Cosa
abbiamo guadagnato dimostrando al mondo intero che siamo i primi a
saper accorpare i comuni o i migliori a fare la raccolta
differenziata? Niente!
Disobbedienza
non vuol dire violenza ma vuol dire protesta contro un sistema che
amaramente ci porterà alla fine. Meditino i sindaci, ultimo nostro
fronte di questa battaglia.
Il segretario provinciale
Diego Vello