lunedì 16 dicembre 2013

La proposta ai sindaci bellunesi: fate disobbedienza istituzionale.

Noi tutti abbiamo udito venerdì sera le idee strampalate del buon Ministro Delrio che ha, senza giri di parole, letto il testamento per la nostra Provincia.
Ebbene sì, moriremo gestiti da uno pseudo nuovo Bim, comandato da un sindaco che dovrà fare, oltre che al suo, anche il presidente di questa provincia, ibrida e senza soldi.

Considerato che di azioni amministrative, delibere dei comuni, prese di posizione di sindaci, categorie e politici ne sono state fatte da poter fare un libro oltre che alle manifestazioni di piazza, e che la risposta della controparte governativa è stata deludente, cosa fare ora?
Ci siamo resi contro che in questi mesi tra bellunesi e ministro c'è stato un dialogo tra sordi che è ha avuto la sua apoteosi con il nuovo disegno di riorganizzazione delle province? Lo hanno capito anche i sassi che tutti noi, qui, chiediamo un'ente di primo grado elettivo con una sua autonomia fiscale.

L'assurdo disegno che ci ridurrà in un ente privo di democrazia e senza risorse che attingerà a nuove competenze tramite la Regione. E dove sarebbe la novità? Dalla Regione? E la Regione con chi dovrebbe trattare eventuali competenze? Con un sindaco o con un commissario?
In secondo luogo la tanto richiesta autonomia fiscale dove è finita?

Non voglio soffermarmi sul madornale autogol del Pd che pensava di portare in passerella a Belluno un Ministro che si è nei fatti inciampato dimostrando a tutti di non capire minimamente i problemi dei bellunesi ma vorrei invece chiedermi quali azioni politiche si possano mettere in atto per tentare l'ultima spiaggia.
Dato che di atti amministrativi e di manifestazioni, come detto, ne sono state fatte di ogni genere, non resta che la disobbedienza istituzionale ossia preparaci ad una nuova forma di protesta.
I sindaci, mi chiedo, avrebbero il coraggio di chiudere sul serio ogni comune portando, realmente intendo, fascia e chiave di ogni comune al prefetto che è in questo caso emanazione diretta del Governo? Se appunto lo stato ci vuole togliere tutto diamo allo stato tutto, compresi oneri e problemi che quotidianamente viviamo in questo territorio, creiamo il caos istituzionale e allora poi dovranno sul serio trattare con noi. Ridiamo allo stato tutto e lo stato si renda conto che questa provincia è realmente diversa, specifica non solo a parole, cari De Menech e cari Delrio!
Cosa abbiamo guadagnato dimostrando al mondo intero che siamo i primi a saper accorpare i comuni o i migliori a fare la raccolta differenziata? Niente!

Disobbedienza non vuol dire violenza ma vuol dire protesta contro un sistema che amaramente ci porterà alla fine. Meditino i sindaci, ultimo nostro fronte di questa battaglia.



Il segretario provinciale

Diego Vello