lunedì 20 aprile 2015

Salvini a Belluno a suon di Slogan

“Slogan, slogan, slogan. La visita di Salvini è un mix di slogan e dischi rotti, sempre gli stessi ma questa volta anche senza contenuti”.
Ad affermarlo è l’ex segretario provinciale della Lega Nord Diego Vello.
“Come fa a promettere la specificità per i bellunesi se non meno di pochi mesi fa il presidente del veneto Zaia tuonava, contro i bellunesi, di andare a Roma a prenderci, noi, l’autonomia senza impegnarsi in prima persona.  – prosegue Vello – Poteva tranquillamente occuparsi lui, magari assieme ai bellunesi, in tutti questi anni ma ciò non è avvenuto. Aveva anni per darci una mano e invece ha preferito abbandonare il bellunese e non darci nemmeno l’assessore .
Facile parlare in campagna elettorale ma la memoria dei bellunesi circa all’impegno del Presidente del Veneto verso questa provincia sarà dimostrata il 31 maggio.
Penso con fermezza che oltre agli slogan, Belluno necessiti di una politica montana di ampio respiro, dalle infrastrutture, al turismo.
L’impegno con Flavio Tosi sarà appunto questo, non tanto un mix di slogan ma un progetto pragmatico, credibile e coraggioso a favore della nostra terra.
Mentre Zaia ha bisogno dell’immagine di Salvini per farsi forte in terra bellunese – conclude Vello – , forse perché si rende conto che farsi vedere solo in campana elettorale non è più vincente dopo anni di latitanza, noi porteremo Tosi con le sue idee e nessun intermediario milanese”.

Il mio addio alla Lega Nord


lunedì 16 dicembre 2013

La proposta ai sindaci bellunesi: fate disobbedienza istituzionale.

Noi tutti abbiamo udito venerdì sera le idee strampalate del buon Ministro Delrio che ha, senza giri di parole, letto il testamento per la nostra Provincia.
Ebbene sì, moriremo gestiti da uno pseudo nuovo Bim, comandato da un sindaco che dovrà fare, oltre che al suo, anche il presidente di questa provincia, ibrida e senza soldi.

Considerato che di azioni amministrative, delibere dei comuni, prese di posizione di sindaci, categorie e politici ne sono state fatte da poter fare un libro oltre che alle manifestazioni di piazza, e che la risposta della controparte governativa è stata deludente, cosa fare ora?
Ci siamo resi contro che in questi mesi tra bellunesi e ministro c'è stato un dialogo tra sordi che è ha avuto la sua apoteosi con il nuovo disegno di riorganizzazione delle province? Lo hanno capito anche i sassi che tutti noi, qui, chiediamo un'ente di primo grado elettivo con una sua autonomia fiscale.

L'assurdo disegno che ci ridurrà in un ente privo di democrazia e senza risorse che attingerà a nuove competenze tramite la Regione. E dove sarebbe la novità? Dalla Regione? E la Regione con chi dovrebbe trattare eventuali competenze? Con un sindaco o con un commissario?
In secondo luogo la tanto richiesta autonomia fiscale dove è finita?

Non voglio soffermarmi sul madornale autogol del Pd che pensava di portare in passerella a Belluno un Ministro che si è nei fatti inciampato dimostrando a tutti di non capire minimamente i problemi dei bellunesi ma vorrei invece chiedermi quali azioni politiche si possano mettere in atto per tentare l'ultima spiaggia.
Dato che di atti amministrativi e di manifestazioni, come detto, ne sono state fatte di ogni genere, non resta che la disobbedienza istituzionale ossia preparaci ad una nuova forma di protesta.
I sindaci, mi chiedo, avrebbero il coraggio di chiudere sul serio ogni comune portando, realmente intendo, fascia e chiave di ogni comune al prefetto che è in questo caso emanazione diretta del Governo? Se appunto lo stato ci vuole togliere tutto diamo allo stato tutto, compresi oneri e problemi che quotidianamente viviamo in questo territorio, creiamo il caos istituzionale e allora poi dovranno sul serio trattare con noi. Ridiamo allo stato tutto e lo stato si renda conto che questa provincia è realmente diversa, specifica non solo a parole, cari De Menech e cari Delrio!
Cosa abbiamo guadagnato dimostrando al mondo intero che siamo i primi a saper accorpare i comuni o i migliori a fare la raccolta differenziata? Niente!

Disobbedienza non vuol dire violenza ma vuol dire protesta contro un sistema che amaramente ci porterà alla fine. Meditino i sindaci, ultimo nostro fronte di questa battaglia.



Il segretario provinciale

Diego Vello

giovedì 31 ottobre 2013

Accolgo con piacere le parole di Kompatscher

Comunicato Stampa 31/10/2013
Segretario Liga Veneta Lega Nord Provincia di Belluno-Dolomiti



E' una posizione che ho già ribadito e sostenuto più volte: il rispetto della volontà popolare è sacrosanto e l'esito del referendum è insindacabile.
Perciò accolgo con favorevole coerenza le parole del neo presidente Sudtirolese Kompatscher , pronto ad accogliere Cortina d'Ampezzo in territorio di Bolzano, considerando pure l'identità tirolese della stessa comunità. Ricordo che assieme a Cortina d'Ampezzo ci sono anche Livinallongo del Col di Lana ed il comune di Colle Santa Lucia.

Mi auguro che questa dichiarazione possa aprire un ulteriore fronte di dialogo con tutto il bellunese e che il neo presidente inizi a collaborare su progetti di area che interessino anche il nostro territorio. Sarebbe da sciocchi non considerare Bolzano come Trento partner politici ed economici su questioni che interessano oggettivamente un'area montana simile che oggi più di ieri necessità di strategie comuni.
Vedo in Kompatscher una persona giovane e determinata, legata al suo territorio e forte di un movimento politico che da anni dimostra di intraprendere politiche a favore delle comunità Sudtirolesi in totale sintonia con l'assetto montano della provincia di Bolzano. Mi auguro di poter incontrarlo a breve così da instaurare da subito un rapporto di buon vicinato propenso ad un futuro che miri alla stretta collaborazione tra aree.


Il segretario provinciale

Diego Vello

mercoledì 23 ottobre 2013

Sabato: Autonomia e Heimat bellunese!

Come già detto in precedenza, tengo a ribadire che questo sabato alle ore 11.00 la Lega Nord di questa provincia sarà presente ufficialmente alla manifestazione indetta a favore dell'Autonomia della nostra Provincia e del diritto alla Democrazia.
Due temi importantissimi dove non può esistere una divisione ideologica o di partito ma è necessario che tutti, a prescindere appunto dal colore, si sentano partecipi .
In primis chiedo ai giovani, tutti, di sentirsi in dovere a partecipare dato che il domani appartiene alle nuove generazioni e mentre in altre terre montane gli stessi giovani trovano lavoro e applicazione in svariati campi, qui a pochi chilometri dalla eldorado Trentina, siamo ritornati ad una triste realtà di emigrazione e abbandono.

Siamo oggi in balia di un commissario distante da quelle che sono le reali necessità politiche bellunesi, perciò è giusto entro breve chiudere questa pagina negativa per riaprire il fronte con nuove elezioni.

Il principio di autonomia che ci unirà sabato deve diventare, come lo è stato per Trento e Bolzano, un fattore di imprinting della società bellunese, un'imprescindibile orizzonte al quale guardare tutti con attenzione, dove ogni soggetto ritrovi non solo un senso appartenenza ad un territorio ma la reale volontà nel migliorare e dare un futuro alla nostra terra.
Quel senso di “heimat” che dobbiamo riscoprire, coltivare e proteggere, come una radice fondante per la crescita della nostra provincia. Solo allora, quando il senso di identità territoriale sarà in ognuno di noi si potrà allora dividerci nelle mille idee della politica.

Punto fondamentale sarà rimarcare la necessità di ritornare alle urne per una provincia di primo grado, ecco perché noi come Lega Nord diciamo no a qualsiasi compromesso volto a modificare la provincia in un ente di secondo grado.
Secondo punto focale dovrà essere il percorso che si adotterà negli anni che verranno per il raggiungimento di una qualche forma di autonomia fiscale e legislativa, come è ovvio che l'applicazione dell'articolo 15 della Regione Veneto è strettamente complementare ad un trasferimento di risorse.
Per una volta alleiamoci tutti a favore di una battaglia di popolo e sabato come Lega Nord saremo in prima fila assieme agli amici del Bard.

Il segretario provinciale

Diego Vello

sabato 19 ottobre 2013

Industrie in questa provincia. Facciamo un pensiero scomodo.


Sono ovviamente a fianco di quegli operai che in questi giorni temono per le sorti del proprio posto di lavoro, il pensiero in questo caso va agli addetti dell'Acc di Mel come ovviamente a tutte quelle persone e famiglie che vivono aggrappate alle fabbriche, oggi in crisi, del territorio bellunese.

Come segretario della Lega Nord di questa provincia vorrei però aprire un fronte nuovo, scomodo ma necessario: ossia quello di chiederci per quanto ci convinceremo ancora che i colossi e le multinazionali che detengono oramai parecchie delle nostre fabbriche resteranno a produrre qui.
Gruppi e colossi industriali, anche internazionali, che vedono in questa provincia risiedere alcune delle loro fabbriche, potrei citare l'Acc di Mel, come l'Ideal Stanard, Clivet e anche qualche gruppo ben più noto dell'occhialeria, resteranno per sempre o saranno attratti da altri Stati o località nel mondo più adatte alla produzione industriale?
Immagino sia sensato ipotizzare che in un futuro, non del tutto lontano, le fabbriche o parte delle produzioni, da questa provincia potrebbero anche andarsene. Siamo un territorio dove i costi di produzione sono sicuramente più alti che altrove e questo ci deve far riflettere se pensiamo che un gruppo multinazionale, alla fine, bada al profitto.

L'attuale assetto produttivo delle grandi industrie è nato in gran parte grazie ad un “doping” fiscale conseguente alle manovre incentivanti post Vajont. Investendo nell'industria abbiamo semplificato sicuramente la vita ai bellunesi dando loro uno stipendio e la possibilità di costruirsi un futuro, in quegli anni necessario. Quel “doping” oggi però è svanito e produciamo al costo normalizzato senza più aiuti, per quanto quindi ci sarà competizione con il resto del mondo? Vent'anni fa la Cina, l'est Europa, l'India e il Brasile erano solo mete per qualche viaggio turistico e forse Belluno e l'Italia erano un ancora vero propulsore economico, oggi invece tutto è cambiato e quelle lontane mete extraeuropee sono la nuova potenza globale industriale, dove produrre costa meno e gli investimenti industriali galoppano e noi?

Sembra quasi che l'insegnamento giunto dalla depressione industriale cadorina di questi anni non ci abbia insegnato niente.

Non è quindi una banca che da credito, la cassa integrazione o una commessa qua e là che ci può rassicurare, qui a Belluno dobbiamo aprire un nuovo fronte senza dimenticarci che migliaia di persone oggi legate alla grande industria, potrebbero dall'oggi al domani ritrovarsi a casa senza uno stipendio. Abbiamo insegnato ai bellunesi cosa sia un posto fisso in fabbrica facendo dimenticare a questa provincia che l'unica industria che da milioni di anni risiede qui, senza de-localizzare e forse mai ci riuscirà, è la montagna, sono le dolomiti uniche al mondo e quindi il settore turistico.

Lo dico ai tanti giovani, quel posto fisso da tanti sperato in una delle tante fabbriche bellunesi non deve essere più una meta finale ma è necessario investire e credere nel turismo, nell'agricoltura, nella filiera del legno o di altri settori spiccatamente legati al nostro territorio. Scomodo o meno, credo che questo pensiero sia necessario aprirlo.


Il segretario provinciale
Liga Veneta Lega Nord Belluno-Dolomiti

Diego Vello

domenica 13 ottobre 2013

Le parole di un premier non posso essere rimangiate. L'autonomia oggi è necessaria per Belluno!

Per chi, come la Lega Nord, ha sempre sostenuto la necessità di rivedere l'assetto degli enti locali decentrando e dando maggiore autonomia alle periferie, non può che accogliere con piacere le parole del premier Letta sulla questione autonomia.
Ma il Pd questa volta, per voce del suo esponente massimo di governo, non si comporti come per Lamon dicendo una cosa e poi, alla prova dei fatti in aula, facendone un'altra.

Le promesse non risolvono nessun problema ed anzi illudono un territorio già in difficoltà ma la parola di un primo ministro non può essere rimangiata facilmente, ecco perché voglio crederci e mi auguro che questa occasione non venga persa. Non si speculi politicamente cercando chi lo ha detto prima o dopo, chi a ragione o torto, chi è rosso o nero, qui c'è di mezzo la vita di comunità intere che attendono da anni una svolta.
L'autonomia per la aree montane, come Sondrio e Belluno, è una scientifica necessità. La riprova è negli assetti amministrativi ed economici di altre aree simili come il Tirolo, la Carinzia, Il Trentino e il Sud Tirolo, dove le forme di decentramento sia nelle risorse che nelle competenze garantisce a questi territori un progresso economico che qui invece sembra vanificato.

Due sono i punti cardine per una vera autonomia: è necessario ritornare alle urne per ripristinare la rappresentanza politica mantenendo la Provincia come ente di primo grado e in secondo luogo bisogna rivedere il sistema dei trasferimenti economici garantendo a questo territorio un'autonomia fiscale prodotta anche dalle stesse tasse dei bellunesi. Questi due cardini stanno alla base dell'autonomia rappresentativa e della sostenibilità economica.
Un passaggio epocale che garantirebbe l'applicazione anche dell'articolo 15 dello statuto regionale perché permetterebbe di dare deleghe amministrative, che oggi giungerebbero sul tavolo di un commissario, ma ne garantirebbe anche una copertura economica ovviamente necessaria.
Letta ha aperto una pagina nuova nella quale le forze politiche, tutte, compresa le Lega Nord, devono senza distinzione di parte trovare le soluzioni per migliorare, è ovvio che per fare ciò il governo romano dovrà lasciare spazio al dialogo ascoltando la nostra voce.

Attendiamo quindi con ansia gli sviluppi di questa nuova possibilità che si è aperta. Certo non ci illuderemo di trovare l'America ma almeno di poter fare un passo avanti per il bene del bellunese.
Letta adesso mantenga le promesse.

Il segretario provinciale
Liga Veneta Lega Nord Belluno-Dolomiti

Diego Vello