Sono ovviamente a fianco di quegli
operai che in questi giorni temono per le sorti del proprio posto di
lavoro, il pensiero in questo caso va agli addetti dell'Acc di Mel
come ovviamente a tutte quelle persone e famiglie che vivono
aggrappate alle fabbriche, oggi in crisi, del territorio bellunese.
Come segretario della Lega Nord di
questa provincia vorrei però aprire un fronte nuovo, scomodo ma
necessario: ossia quello di chiederci per quanto ci convinceremo
ancora che i colossi e le multinazionali che detengono oramai
parecchie delle nostre fabbriche resteranno a produrre qui.
Gruppi e colossi industriali, anche
internazionali, che vedono in questa provincia risiedere alcune delle
loro fabbriche, potrei citare l'Acc di Mel, come l'Ideal Stanard,
Clivet e anche qualche gruppo ben più noto dell'occhialeria,
resteranno per sempre o saranno attratti da altri Stati o località
nel mondo più adatte alla produzione industriale?
Immagino sia sensato ipotizzare che in
un futuro, non del tutto lontano, le fabbriche o parte delle
produzioni, da questa provincia potrebbero anche andarsene. Siamo un
territorio dove i costi di produzione sono sicuramente più alti che
altrove e questo ci deve far riflettere se pensiamo che un gruppo
multinazionale, alla fine, bada al profitto.

Sembra quasi che l'insegnamento giunto
dalla depressione industriale cadorina di questi anni non ci abbia
insegnato niente.
Non è quindi una banca che da credito,
la cassa integrazione o una commessa qua e là che ci può
rassicurare, qui a Belluno dobbiamo aprire un nuovo fronte senza
dimenticarci che migliaia di persone oggi legate alla grande
industria, potrebbero dall'oggi al domani ritrovarsi a casa senza uno
stipendio. Abbiamo insegnato ai bellunesi cosa sia un posto fisso in
fabbrica facendo dimenticare a questa provincia che l'unica industria
che da milioni di anni risiede qui, senza de-localizzare e forse mai
ci riuscirà, è la montagna, sono le dolomiti uniche al mondo e
quindi il settore turistico.
Lo dico ai tanti giovani, quel posto
fisso da tanti sperato in una delle tante fabbriche bellunesi non
deve essere più una meta finale ma è necessario investire e credere
nel turismo, nell'agricoltura, nella filiera del legno o di altri
settori spiccatamente legati al nostro territorio. Scomodo o meno,
credo che questo pensiero sia necessario aprirlo.
Il segretario provinciale
Liga Veneta Lega Nord Belluno-Dolomiti
Diego Vello
Nessun commento:
Posta un commento