mercoledì 25 aprile 2012

25 Aprile :una bandiera, un Popolo!

Che cosa è il 25 aprile, oltre che alla solita ricorrenza che ogni anno riaccende magicamente i vinti e i vincitori di una guerra non troppo lontana?
Oggi è la nostra festa cari veneti, è la festa di San Marco patrono di Venezia e della Repubblica Serenissima, giorno dove l'identità di un popolo, come il nostro, deve ritrovare il proprio senso di esistere attorno ai valori che solo noi veneti custodiamo da millenni, valori di coesione, di sacrificio e altruismo, di umiltà umana e dedizione lavorativa.
E' l'angelo che si trasformò in leone alato e che disse all'evangelista Marco, che era naufragato nella laguna di Venezia, di riposare in terra veneta scandendo la frase "Pace a te Marco mio evangelista, qui riposerà il tuo corpo" che ancora oggi leggiamo in ogni bibbia scolpita ai piede del leone in ogni nostra città. Da allora fino ad oggi quella frase sancisce lo sposalizio tra San Marco e una terra, tra un simbolo religioso e un popolo, che assieme a lui hanno forgiato la repubblica più longeva e gloriosa che ricordi la storia.
Storia che per colpa del regime italiota ci viene negata, nessuno parla del Veneto e della sua storia, negando ai giovani di studiare la propria storia che è densa di identità e tradizione, rifilando mille anni di storia in poche righe di un libro scolastico. Una storia fatta lingua che ancora oggi viene parlata spontaneamente dal 70% dei veneti senza più scriverla o studiarla, sinonimo di una identità così forte da non conoscere nemico e da non temere regime qualsiasi esso sia, di questo Roma ha paura, di un popolo ancora oggi unito.
Trovino tutti nella nostra bandiera la forza di superare anche questa crisi, a tutti gli imprenditori e operai che in questi messi soffrono, dico di ricordare che una bandiera come una lingua possono sopravvivere per mille anni in mezzo ad ogni intemperia ecco che allora anche noi terremo duro e combatteremo da fratelli questa ulteriore sfida che un nemico ci ha lanciato e noi non demorderemo ma combatteremo vincendo.

La nostra bandiera, un leone alato simbolo di libertà, con un piede in terra e un piede in mare quale simbiosi tra diversità che assieme hanno costruito una tra le terre più floride al mondo, basti pensare che ancora oggi i pali del Cadore sorreggono Venezia ogni giorno, sotto ad ogni veneziano giace un pezzo di montagna.
Una bandiera che è viva: mai nella storia veneta è stata definita una bandiera realmente ufficiale, perché essa è mutata in base ai periodi, lei e il suo leone. Lui che ci ha insegnato il significato di pace ma che ci ricorda che la spada può essere sguainata ogni qual volta il nostro popolo venga minacciato, un leone con un libro quando Venezia entrava nelle città in pace che nasconde una spada, come quando Venezia entrava in guerra e ne lasciava sul campo i nemici.
Essere difensori di un vessillo non vuol dire custodirne brandelli di seta, significa invece mantenere sempre vivi quei valori e quelle tradizioni che quello stesso vessillo hanno negli anni assorbito e che mai devono essere dispersi.
Io Amo il Veneto, lo amo perché non credo nella sua divisione, ma ne auspico un suo vero ritorno. Oggi il Veneto non è quella Repubblica di allora, ma esso e il suo leone dormono, in attesa di un vero risveglio che solo l'autonomia e una vera indipendenza possono farlo rinascere.
Fino a quel giorno noi custodiremo amorevolmente il suo passato che ci garantisce la fora di sopravvivere nel presente auspicando nel futuro.
Oggi, 25 aprile, io ricordo l'unità di un popolo alla sua terra, il vero senso di amore che unisce la gente alla propria casa, mai come oggi sono convito che l'ossigeno di una civiltà risieda nella propria storia.

Diego Vello

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