Monti: "Tasse? Meglio che finire come la Grecia..."
Monti preferisce le tasse dei cittadini alla crisi di uno
Stato.
Questo è un errore non trascurabile in quanto questa
filosofia di pensiero politico ci riporta ai peggiori anni dei totalitarismi
ciechi che hanno portato alla fame popolazioni intere distruggendo di fatto
famiglie, imprese e conseguentemente lo stesso Stato.
Monti farebbe bene a dettare quello che la politica italiota
di questi anni non è riuscita a fare (se non grazie alla sola spinta della Lega
Nord contro tutte le alte forse centraliste), un sano federalismo è l’unica cura
che il governo dovrebbe adottare per salvare la “baracca”.
Obbligando ogni area alla responsabilità e dando la giusta
ricompensa alle aree dove il lavoro e il sacrificio sono parte integrante della
cultura sociale, vedesi l’area Padana.
Infatti lo staterello italiano vive la sua fase di estrema
delicatezza economica per la sua stessa fragilità economica interna che contrappone
le aree produttive del Nord al modello assai più “greco” del Sud, fatto di
malavita, mala amministrazione, evasione fiscale e altissima occupazione nei
settori della pubblica amministrazione e quindi improduttivi. Siamo di fronte
al morbo italiano che non può essere estirpato con una continua cura da cavallo
che uccide lo stesso cavallo, ma deve essere operato chirurgicamente amputando
e tagliando tutto il marcio che si è formato.
Il cancro di uno stato sulla via del decesso non si combatte
a suon di antidolorifici e cortisonici e quindi tasse tasse e sole tasse, ma si
distrugge modificando l’assetto dello stesso stato.
Il Nord a questo punto dovrà fare i conti con un Monti ( e
quindi Pd-Pdl e Terzo Polo) che preferisce tassare e portare al fallimento le
imprese, distruggendo il tessuto delle famiglie e della società che in tanti
anni e in tanti sacrifici le genti operose ed oneste del Nord hanno costruito.
Monti e tutta la pletora politica che lo sostiene, sia chiaro! Un Governo è
innanzitutto un capitello su una colonna partitica altrimenti, senza la colonna
che lo sorregge, non potrebbe operare.
Due cose potrebbero succedere nel prossimo futuro, l’esasperazione
della gente che a fronte di Imu, Iva al 23%, benzina (2 o più euro al litro) ed elettricità in aumento
(+ 9,3%), irpef, tagli in pensioni, buste paga, un possibile aumento delle bollette idriche del più 30% , porterà ad una ribellione d’istinto
popolare ovviamente non governabile placabile solamente con una resa da parte
dello stesso stato nei confronti delle aree produttive concedendo autonomia, ma
questa sembra una utopica ipotesi.
La seconda sarà l’aumento dell’evasione fiscale, non più per
illegalità cinicamente calcolata, ma per riuscire a salvare il conto delle
famiglie, è infatti matematico che in un momento di crisi si cerchi di salvare
il più possibile ogni quattrino se si vuole vivere ancora dignitosamente.
La signora Maria, dopo l’aumento di luce, gas e imu, e la
riduzione della pensione, dovrà scegliere tra un lavoro dell’idraulico senza
fattura a cento euro o con fattura a centoventitre euro, risposta ovvia.
Quante tristi novità ci aspettano ancora?
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