Condivido quanto espresso dal presidente di Confindustria Cappellaro sia per quanto concerne il pericolo di una fase di stallo politica in provincia che mina progettualità e sostenibilità economica della nostra provincia, sia per la precarietà del sistema produttivo che in questi anni, salvo rari casi, ha sofferto una crisi due volte pesante, quanto nel piano locale che internazionale .
Sul progetto ferroviario come espresso dallo stesso presidente, la Lega Nord sta lavorando appunto per trovare un equilibrio privato pubblico per riorganizzare la rete con un integrazione ferro gomma.
È necessario che qualsiasi sia il prossimo governo si vada immediatamente a definire una volta per tutte il riordino degli enti locali, sostengo fermamente che la Provincia dovrà rimanere ente di primo grado eletto dai cittadini e debba per forza avere una sua autonomia finanziaria, a nulla servirebbe avere una provincia senza risorse .
La Lega Nord farà di tutto per ridare dignità al nostro ente provinciale cercando, per il principio di sovranità popolare, di ridare potere al popolo sulle elezioni, questo significa eleggere non solo un presidente ed un consiglio ma scegliere anche un progetto politico.
C'è bisogno di un ente che pesi nel piano politico regionale per portare le nostre istanze e fare da bacino di condensazione per le ragione che provengono dalle amministrazioni comunali. Questa fase di incertezza sta giorno dopo giorno spogliando il territorio bellunese di risorse e di credibilità e peso nel piano politico, mentre in altre province il commissario è comunque una figura politica a belluno il commissario rischia di allontanarci ancora di più dai rapporti con istituzioni superiori.
Non voglio che la mia terra sia ridotta all'emarginazione ma ritorni ad essere protagonista sul piano regionale, stiamo perdendo treni ogni giorno, dal turismo, allo sviluppo infrastrutturale e alla carenza di una politica sui trasporti che ogni giorno invece di collegarci con il mondo ci esclude .
Diego Vello
mercoledì 19 dicembre 2012
domenica 16 dicembre 2012
Leonardo Colle nuovo segretario della sezione di Belluno
Eletto dai militanti della sezione di Belluno il nuovo segretario e il nuovo direttivo della sezione di Belluno.
Faccio i miei migliori auguri al neo segretario della Sezione della Lega Nord di Belluno Leonardo Colle che dovra' traghettare il nostro movimento attraverso l'imminente campagna elettorale e seguire la sezione cittadini per tre anni.
Colle rapprenda il giusto equilibrio tra uomo e politico, grinta e capacita' riflessive sapranno riportare la Lega da protagonista a Belluno come altrove.
Le idee e la passione che lo hanno contraddistinto in questi anni riusciranno a dare esito positivo anche tra la gente della città .
È necessario riportare in piazza le nostre idee di autonomia e di forte senso di territorialità ora come non mai necessarie dato il momento storico che stiamo vivendo nel bellunese. Le nostre imposte continuano a foraggiare sprechi e mala amministrazione dello Stato. Ogni anno i cittadini veneti regalano allo stato oltre 4500 euro a testa e quest'anno il residuo fiscale tra Veneto e Italia e' arrivato a 21 miliardi di euro, quando qui a livello locale sembra non esserci più un euro da spendere in servizi o trasferimenti, appunto per questo la battaglia della Lega di maggiore autonomia fiscale per la nostra terra è necessaria per il nostro futuro.
Come segretario provinciale ringrazio chi lo ha preceduto in questi anni, Jacopo Savasta, e auguro buon lavoro al nuovo direttivo.
Il segretario provinciale
Diego Vello
Faccio i miei migliori auguri al neo segretario della Sezione della Lega Nord di Belluno Leonardo Colle che dovra' traghettare il nostro movimento attraverso l'imminente campagna elettorale e seguire la sezione cittadini per tre anni.
Colle rapprenda il giusto equilibrio tra uomo e politico, grinta e capacita' riflessive sapranno riportare la Lega da protagonista a Belluno come altrove.
Le idee e la passione che lo hanno contraddistinto in questi anni riusciranno a dare esito positivo anche tra la gente della città .
È necessario riportare in piazza le nostre idee di autonomia e di forte senso di territorialità ora come non mai necessarie dato il momento storico che stiamo vivendo nel bellunese. Le nostre imposte continuano a foraggiare sprechi e mala amministrazione dello Stato. Ogni anno i cittadini veneti regalano allo stato oltre 4500 euro a testa e quest'anno il residuo fiscale tra Veneto e Italia e' arrivato a 21 miliardi di euro, quando qui a livello locale sembra non esserci più un euro da spendere in servizi o trasferimenti, appunto per questo la battaglia della Lega di maggiore autonomia fiscale per la nostra terra è necessaria per il nostro futuro.
Come segretario provinciale ringrazio chi lo ha preceduto in questi anni, Jacopo Savasta, e auguro buon lavoro al nuovo direttivo.
Il segretario provinciale
Diego Vello
giovedì 29 novembre 2012
Autodeterminazione per tutti, tranne per il PD
Autodeterminazione
e Veneto
Ieri
il Consiglio Regionale del Veneto ha tracciato una nuova via per i
cittadini della nostra regione.
Una
pagina di storia che è un primo passo verso una cammino di maggiore
autonomia per i nostri territori.

Su
73 miliardi di euro di flusso fiscale (dati del Min. Dell'economia
2010) vediamo ritornare sul territorio solo 51 miliardi, un residuo
fiscale di oltre 20miliardi di euro che potrebbero essere reimpiegati
in Veneto a favore di Imprese, Giovani e una reale programmazione che
oggi, a causa della mancanza di soldi, obbliga le amministrazioni a
tagliare ogni genere di servizio.
Chi
dice che il Veneto è una regione senza soldi sbaglia! Il Veneto è
una regione ricca dove versano amministrazioni periferiche e un
popolo che vive da povero e la colpa è del sistema statale che
invece di favorire autonomia e decentramento, accentra tutta la
fiscalità su Roma.
Ieri,
quindi, la risoluzione 44 apre la possibilità di un referendum che
sancisca l'autodeterminazione del popolo Veneto, un processo
consentito dalla comunità internazionale che vedrà la nascita di un
comitato specifico per valutare quale sia la via migliore per
procedere con tale consultazione restando nella legalità.
Unica
voce stonata solo quella del PD che ha preferito non votare questa
risoluzione dimostrando ancora una volta la natura di questo
partito. Chi crede alle voci autonomiste del PD da ieri si è
ricreduto sulla reale anima politica di questo partito che sui
territori si definisce autonomista e alla prova del voto non lo è.
Alle
parole di Segio Reolon (PD) che ha considerato un “atto di
provincialismo isolare il Veneto con una richiesta di indipendenza”
e ha sottolineato che la volontà di una consultazione di questo
tipo, come da risoluzione, sia un “atto di estrema debolezza”
facendo intendere che l'obbietto del PD è quello di costruire una
“Europa cosmopolita”, sono seguite in risposta quelle del
capogruppo della Lega Nord Federico Caner : “Cosa c'è di più alto
e democratico che sentire il popolo?”.
Per
una volta che il popolo Veneto poteva trovare una sinergia tra gruppi
politici su un tema comune proprio il PD ha sposato la tesi meno
autonomista e contraria all'autodeterminazione dei popoli, sancita
tra l'altro dalle Nazioni Unite.
Della
serie a Belluno facciamo i “provincialisti autonomisti” e alla
prova del voto comportiamoci in maniera opposta.
Diego
Vello
Segretario
Provinciale
Liga
Veneta Lega Nord Belluno
giovedì 22 novembre 2012
Schiavi di Roma o liberi per sempre
"Siamo di fronte ad un evento che non può essere sottovalutato e merita attenzione da parte di tutti i Veneti.
Un evento storico che potrebbe aprire nuovi scenari per la nostra regione e per i territori che la compongono, specialmente quelli periferici che in mancanza di risorse economiche, non riescono a dare servizi e a fare programmazione all'interno dei propri confini.
Il 28 Novembre il Consiglio Regionale del Veneto discuterà in convocazione straordinaria l'ipotesi di un referendum per l'indipendenza del Veneto un evento che non si discosta da quanto sta già accadendo in Scozia e nella regione Catalana."
Questa la prima considerazione del Segretario Provinciale della Lega Nord sul tema discusso in questi giorni di un eventuale referendum per la totale autonomia del Veneto e che vedrà il giorno 28 portare in Consiglio Regionale i temi dell'Autonomia e dell'Indipendenza del Veneto.
"Il Veneto è un Stato! Almeno in termini numerici, la forza della nostra Regione vale quanto quella della Repubblica Ceca, è appena sotto i prodotti interni lordi dei paese arabi di Qatar e Kwait senza contare che questi ultimi hanno avuto un balzo passando da un Pil di 40 miliardi di dollari a 170 miliardi in meno di dieci anni, cosa ben diversa per il nostro Veneto che vive in una fase di stagnazione causata principalmente dal fattore Italia. - prosegue Vello - Un Paese quello Italiano che negli ultmi anni ha saputo solamente tassare a portare alla fame imprese e famiglie."
"E' assurdo che in una regione come il Veneto, potenza economica, che secondo i dati della CGIA di Mestre sarebbe il 40° Stato del mondo se fosse uno Stato, vivano famiglie ridotte alla fame e imprese costrette a chiudere per troppe tasse. Una vera schiavitù economica che non può e non deve passare inosservata e senza soluzioni. Siamo costretti a portare a zero i nostri bilanci e a tagliare i trasferimenti ai nostri comuni per mantenere il meridione, Roma e la macchina dello Stato, ovviamente a noi non resta niente!"
Sulla questione indipendentista Vello risponde anche a chi considera Autonomia e Indipendenza questioni fuori dalla storia e tacciati per medievali.
"L'indipendenza non è una via antistorica, ce lo dimostano i Catalani che proprio domenica andranno al voto per le elezioni della regione dove in ballo c'è proprio il distacco da Madrid in vista del referendum secessionista. - conclude -. Questa è la via dell'Europa dei Popoli che vogliono liberarsi di stati oppressori e di sistemi stati centrali ormai alla fine."
"Chidiamoci se siamo ancora diposti a pagare l'80% delle nostre tasse per darle in beneficenza a Roma rinunciando al futuro dei nostri territori e delle nostre famiglie o se è ora di alzare la testa, orgogliosi di un territorio che rappresenta economie e culture oggi in pericolo di estinzione."
Diego Vello
Segretario Liga Veneta Lega Nord Belluno
martedì 20 novembre 2012
28 Novembre, consiglio straordinario sull'Indipendenza del Veneto
Un momento storico, oggi annunciato dal capogruppo della Liga Veneta Lega Nord in Consiglio Regionale del Veneto.
Venezia, 20 novembre 2012 – “Ho chiesto, a nome di tutto il gruppo leghista ed assieme al collega Foggiato, che il Consiglio straordinario sull’indipendenza del Veneto sia calendarizzato con assoluta urgenza, prima ancora di quello sulla città metropolitana. I Veneti aspettano un segnale forte dalla massima Istituzione legislativa regionale, in un momento di svolta politica e di crisi economica”.
Così il presidente leghista Federico Caner, al termine della conferenza dei Capigruppo incaricata di stilare il calendario dei prossimi lavori consiliari, che ha peraltro stabilito la data del 28 novembre per la discussione sull’indipendenza del Veneto.
“Concordo con il presidente Zaia quando dice che il Veneto si salverà solo con una maggiore indipendenza, che lo avvicini alle limitrofe Regioni e Province speciali e che ci dia la possibilità di riprenderci quei 17 miliardi di residuo fiscale che ogni anno diamo a Roma togliendoli alle nostre famiglie, imprese, Enti locali virtuosi. Oggi è quanto mai fondamentale che il Consiglio regionale si pronunci in merito alle istanze di indipendenza dei cittadini veneti, dando forza alla Giunta per compiere i passi necessari ad ottenere maggiore autonomia”.
Venezia, 20 novembre 2012 – “Ho chiesto, a nome di tutto il gruppo leghista ed assieme al collega Foggiato, che il Consiglio straordinario sull’indipendenza del Veneto sia calendarizzato con assoluta urgenza, prima ancora di quello sulla città metropolitana. I Veneti aspettano un segnale forte dalla massima Istituzione legislativa regionale, in un momento di svolta politica e di crisi economica”.
Così il presidente leghista Federico Caner, al termine della conferenza dei Capigruppo incaricata di stilare il calendario dei prossimi lavori consiliari, che ha peraltro stabilito la data del 28 novembre per la discussione sull’indipendenza del Veneto.
“Concordo con il presidente Zaia quando dice che il Veneto si salverà solo con una maggiore indipendenza, che lo avvicini alle limitrofe Regioni e Province speciali e che ci dia la possibilità di riprenderci quei 17 miliardi di residuo fiscale che ogni anno diamo a Roma togliendoli alle nostre famiglie, imprese, Enti locali virtuosi. Oggi è quanto mai fondamentale che il Consiglio regionale si pronunci in merito alle istanze di indipendenza dei cittadini veneti, dando forza alla Giunta per compiere i passi necessari ad ottenere maggiore autonomia”.
domenica 18 novembre 2012
Il sogno di una vera indipendeza
Veneto, basterebbe questa semplice parola per inglobare un mix invincibile e potenzialmente unico.
Mille anni di storia, una realtà che ha saputo governare territori diversi sapendo dare loro autonomie cosparse di una regale importanza, una potenza economica che ha saputo cogliere le opportunità lavorative in terre ben lontane. Marco Polo rappresenta per noi, veneti, un modello che ha contraddistinto l'identità del popolo produttivo che ancora oggi, in crisi economica, sappiamo rappresenta. Le prime "Joint Venture" di commercianti e imprenditori veneti alla conquista della Cina non sono nate negli anni novanta, ma qualche centinaia di anni or sono sulla Via della Seta e non lasciavano vittime nel loro percorso con delocalizzazioni che spogliano i nostri territori ma riportavano in terra serenissima ricchezza e progresso. Multiculturalismo sostenibile? Il Veneto era anche quello, basta guardare le cupole della Basilica di San Marco, quell'arabo lineamento sintesi di un rapporto tra mondo Cristiano e altre culture, non un conflitto di egemonia religiosa come oggi conosciamo dalle stragi nel medio oriente alle Torri Gemelle di New York ma un vero e proprio rapporto di collaborazione economica e culturale che oggi, nel mondo della globalizzazione, nemmeno possiamo immaginare. Navi cariche di ogni bene al centro di un mondo che parlava veneto costruite e sorrette da un forte legname proveniente dai boschi del Cadore del Montello, un mix storico, tutto questo che non possiamo non ricordare.
Tutto ciò però non può essere riassunto in mezza pagina di un libro di Storia come spesso ci ha abituati "madrigna" Roma con i suoi libri scolastici degni del peggior regime, non possiamo insegnare ai nostri figli che il Veneto era una Repubblica Marinara e poi girar pagina e leggere faldoni interi sui Borboni a Napoli dimenticando tutto quello è stato per noi un Regno incontrastabile e altamente romantico.
Italia, quella cattiva repubblica, che ha distrutto etnie e culture per un sogno mai realizzabile, unire realtà che di simile non hanno niente se non una sagoma da stivale (Alè!)
Ma cosa è il Veneto, una potenza economica, una potenza culturale, una vera macchina di idee imprenditoriali e di maestri del lavoro che riescono, nel mosaico dai tanti tasselli, a rendere ancora oggi il Veneto uno Stato d'Europa. Una Regione produttiva nel mondo e un gioiello culturale e ambientale che ogni anno attrae 65 milioni di visitatori!
Che ha saputo e ancora oggi riesce a vendere i prodotti dei marchi, per dirne alcuni, Diesel, Luxottica, Benetton, l'indotto del mobile e del calzaturiero, della pelle e dell'orafo, che rappresentano il simbolo del "sogno americano made in Veneto".
Numeri alla mano questo è il Veneto, un Pil pro capite di 30.000 euro, bastasse quello, e un Pil nominale, udite udite di ben 150 miliardi di Euro!
Sì ho detto bene, noi da soli in 5 milioni di abitanti produciamo un Pil che equivale ad uno stato.
C'è un però in tutto questo, oggi il Veneto è il miglior esempio di "Ente Locale Schiavizzato" che l'Italia abbia nel proprio paniere. Un Veneto dalle mille risorse, spogliate, che genera un residuo fiscale (ossia il dato economico di tasse date allo stato e non restituite sotto forma di servizi e trasferimenti) di circa 20 miliardi di Euro annui. Soldi che tutti noi paghiamo, ogni giorno, dal semplice caffè al bar fino alla denuncia dei redditi, che mai rivediamo tornare in casa e generalmente ritroviamo nella Salerno Reggio Calabria, nelle ricostruzioni ancora in atto di Belice (10 milioni dati anche l'altro giorno grazie ad un blitz del Pdl dopo 44 anni dal terremoto) e Irpinia, oppure nei ministeri romani o ancora nei 1600 dirigenti della Regione Siclia, oppure in altre tante e troppe vergogne del tricolor staterello.
Quindi? Un certo ex Presidente del Consiglio tacciò per "cogli..i" tutti quelli che non avrebbero votato il suo partito alle elezioni politiche, ora, senza offesa, rifarei la stessa battuta per tutti quei Veneti che non vorrebbero l'autonomia del Veneto. Insomma, più autonomia e meno tasse, più autonomia e più soldi per tutti. Semplice no? Eppure non è così banale e facile come si potrebbe pensare, troppi progressisti specialmente di una certa sinistra vedono l'autonomia come un modello medievale, sarà, ma preferisco ricco e medievale che povera e futurista.
Il Veneto ha però altro da ricordare ai veneti, esempi ce ne sono tanti, la potenza economica del Veneto che era, oggi non è! Il modello si sta giorno dopo giorno fermando sotto l'alta (la più alta in europa) tassazione.
Un Pil che cala, una disoccupazione che cresce e un mondo del lavoro che vede sempre più imprese morire.
Ecco il risultato della macchina dello stato di Roma.
Mi auguro che il processo di indipendenza non si fermi, che continui, ma prima di quel momento è giusto che ogni veneto, aprendo il proprio portafoglio, si chieda se vale ancora la pena continuare a penare in uno Stato dalle sembianze di uno stivale e se è meglio procedere in una nuova via dove far fruttare il nostro più grande pozzo di petrolio che il Veneto, che sono i Veneti e il loro ingegno e propensione al lavoro.
Concludo con una battuta.
Autonomia non per avere di più, nessuno prendente di avere di più di quello che già produciamo con le nostre tasse, ma Indipendenza per dare alla nostra gente maggiori servizi, minor pressione fiscale, possibilità alle nostre imprese di avere contributi e fondi per investire in progresso e innovazione, aiuto e sostegno alle famiglie e ai giovani, e un futuro vero.
Vero!
Diego Vello
mercoledì 31 ottobre 2012
Belluno è salva
BELLUNO SALVA
Ora le risorse
Mi corre l'obbligo di ringraziare chi, come il movimento che rappresento, ha creduto fin dall'inizio sulla necessità di salvare la Provincia di Belluno.
Oggi, con il Decreto Legge votato nel consiglio dei ministri, la nostra cara provincia si è vista graziata da un serio pericolo di morte.

Adesso la battaglia non è conclusa, salvati i confini della scatola montana, siamo chiamati a pretendere la nostra Autonomia, che Roma ci deve riconoscere date le nostre caratteristiche, non potrebbe infatti realizzarsi una reale autodeterminazione bellunese se le finanze non permetteranno la gestione dell'ente.
Non possiamo, come più volte ho ribadito, rischiare di salvare una scatola vuota spogliata di competenze ed economie, se vogliamo realmente esultare per un salvataggio lo si potrà fare solo quando ci sarà dato anche l'ossigeno per respirare.
Intanto oggi portiamoci a casa questo primo passo, per altro anche annunciato da autorevoli esponenti della Lega.
Un particolare ringraziamento al Presidente del Veneto Luca Zaia, che in questi anni ha sempre avuto rispetto e si è sempre prodigato a nostro sostegno, a dimostrazione che il Veneto se governato da forze politiche territoriali, non è una minaccia per Belluno ma una reale risorsa.
Diego Vello
Segretario Liga Veneta Lega Nord Provincia di Belluno
martedì 30 ottobre 2012
Referendum Feltrino, sinistra confusa
REFERENDUM DI FELTRE PER L'ANNESSIONE AL TRENTINO
La Lega conferma la sua posizione di rispetto della volontà popolare
Non un divorzio dal Veneto ma una protesta contro un sistema centrale che distrugge le autonomie locali e la vita di intere comunità.
La Lega Nord, in Comune di Feltre, conferma la posizione che già ha ribadito più volte in altri casi simili, quindi di rispetto delle legittime richieste dei cittadini di indire i referendum comunali per l'aggregazione ad altre regioni.
Non una addio ad un Veneto che nulla può contro i tagli del Governo di Roma e delle continue ruberie nei confronti delle amministrazioni periferiche ma una protesta che vuole portare all'attenzione pubblica le reali difficoltà
della terra bellunese, oggi martoriata da bilanci sempre più risicati e da continui tagli in servizi e programmazione.
"Sono convinto che il passaggio di ieri nel consiglio comunale di Feltre - afferma il segretario provinciale della Lega Nord Diego Vello - dimostri ancora una volta quanto il movimento della Lega Nord rispetti le richieste legittime
dei cittadini che chiedono di cambiare regione per evidenti motivi economici, tra l'altro a seguito di un forte inasprimento della tassazione adottata dall'amministazione Perenzin che dimostra quanto il taglio verso gli enti locali obblighi profondamente ogni amministratore a tassare i propri cittadini senza poter dar loro maggiori servizi."
"I cittadini hanno il diritto di poter dimostrare il loro disagio, per la stessa ragione mi è sembrato incoerente ed indelicato il pensiero della maggioranza di centro sinistra che, sa da una parta ha sostenuto il referendum, dall'altra ha voluto
giudicare i promotori dell'iniziativa in modo negativo quasi denigrando chi ha solamente raccolto le istanze della gente. Una sinistra un po' troppo statalista e poco lungimirante che ha preferito giudicare in modo irresponsabile i portatori di questo referendum"
Dello stesso avviso il consigliere feltrino Gilberto Signoretti che ieri ha sostenuto in maniera netta e convinta il diritto alla partecipazione popolare e democratica dei cittadini feltrini.
"Un referendum che non vuole dire addio al Veneto ma che merita una lettura ben più attenta, la gente ha bisogno di maggiore autonomia e la riprova è stata la nuova manovra sui conti feltrini che dimostra appunto quanto oggi, più che in altri tempi, le amministrazioni debbano fare i conti con uno Stato centrale che taglia trasferimenti e che obbliga i cittadini e le imprese ad un massacro fiscale, oggi riconosciuto con dati alla mano , il più alto in Europa"

"Ho sostenuto il referendum - afferma Signoretti - anche per innalzare la voce di chi, come noi della Lega Nord, chiede da tempo maggiore autonomia fiscale della nostra provincia, se Belluno fosse autonoma alla pari di Trento e Bolzano oggi non discuteremo di referendum secessionisti bensì gestiremo conti comunali propensi più a dare servizi e sgravi, che a innalzare la pressione fiscale ai feltrini."
Diego Vello (Segretario Provinciale Lega Nord)
Gilberto Signoretti (Consigliere Lega Nord Feltre)
domenica 21 ottobre 2012
Prima Belluno - Prima il Nord
Interventi di Diego Vello (Segretario Provinciale della Liga Veneta Lega Nord Belluno)
e Alessandro Zorzato (Movimento Giovani Padani di Belluno)
Il futuro di tuo figlio in una terra senza autonomia!
giovedì 18 ottobre 2012
LA LEGA NORD SI MOBILITA ANCHE IN SEDE EUROPEA
“Siamo convinti che la questione bellunese debba coinvolgere ogni istituzione, in un clima di collaborazione volto a tutelare prima di tutto l’integrità della nostra provincia e perseguendo con una continua sensibilizzazione su quelle che sono le problematiche eco
nomiche del nostre territorio”
Così Diego Vello, Segretario Provinciale della Lega Nord, che in questi giorni ha seguito costantemente gli sviluppi politici a seguito della revisione delle province voluta dal Governo coinvolgendo le figure chiave della Lega Nord dal Parlamento Italiano fino agli esponenti Europei del carroccio . Un fronte, quello a favore degli enti locali e delle autonomie, che vede la Lega Nord impegnata a Roma contro le manovre del Governo continuamente segnate da nuovi tagli a Province, Comuni e Regioni.
“Sono convinto – prosegue Vello – che grazie all’impegno della Lega Nord la Provincia avrà buone possibilità di salvarsi se anche gli altri partiti si impegneranno a Roma tramite i rispettivi canali, ma come ho già ribadito, la battaglia sarà anche quella di garantire alla stessa autonomia e pari dignità dei nostri vicini Friuliani e Sud Tirolesi. Inutile sarebbe ritrovarsi entro poco tempo a dover chiudere la Provincia di Belluno non tanto per colpa degli accorpamenti ma per un default economico dell’ente”
In merito alla questione, si muove come annunciato Bruxelles. Lorenzo Fontana, eurodeputato della Lega Nord, ha inviato una lettera ai ministri Cancellieri e Patroni Griffi: "Ho ritenuto di porre in rilievo quelle che sono le specificità territoriali della provincia di Belluno - sottolinea - chiedendo che quanto previsto dal decreto legge sulla spending review sia oggetto di deroga. Inoltre, ho rivolto un'interrogazione scritta alla Commissione Europea, per richiedere una verifica in materia di concorrenza: il territorio bellunese é incuneato tra due regioni autonome e gli operatori economici del territorio ne risentono in termini di competitività".
Quanto deciso dall’assemblea è in linea con la posizione della Lega Nord e con quanto già da me espresso in sede di congresso federale con la presentazione della mozione a difesa delle province montane e del riconoscimento delle esigenze di specificità e autonomia delle stesse.
Così Diego Vello, Segretario Provinciale della Lega Nord, che in questi giorni ha seguito costantemente gli sviluppi politici a seguito della revisione delle province voluta dal Governo coinvolgendo le figure chiave della Lega Nord dal Parlamento Italiano fino agli esponenti Europei del carroccio . Un fronte, quello a favore degli enti locali e delle autonomie, che vede la Lega Nord impegnata a Roma contro le manovre del Governo continuamente segnate da nuovi tagli a Province, Comuni e Regioni.
“Sono convinto – prosegue Vello – che grazie all’impegno della Lega Nord la Provincia avrà buone possibilità di salvarsi se anche gli altri partiti si impegneranno a Roma tramite i rispettivi canali, ma come ho già ribadito, la battaglia sarà anche quella di garantire alla stessa autonomia e pari dignità dei nostri vicini Friuliani e Sud Tirolesi. Inutile sarebbe ritrovarsi entro poco tempo a dover chiudere la Provincia di Belluno non tanto per colpa degli accorpamenti ma per un default economico dell’ente”
In merito alla questione, si muove come annunciato Bruxelles. Lorenzo Fontana, eurodeputato della Lega Nord, ha inviato una lettera ai ministri Cancellieri e Patroni Griffi: "Ho ritenuto di porre in rilievo quelle che sono le specificità territoriali della provincia di Belluno - sottolinea - chiedendo che quanto previsto dal decreto legge sulla spending review sia oggetto di deroga. Inoltre, ho rivolto un'interrogazione scritta alla Commissione Europea, per richiedere una verifica in materia di concorrenza: il territorio bellunese é incuneato tra due regioni autonome e gli operatori economici del territorio ne risentono in termini di competitività".
Quanto deciso dall’assemblea è in linea con la posizione della Lega Nord e con quanto già da me espresso in sede di congresso federale con la presentazione della mozione a difesa delle province montane e del riconoscimento delle esigenze di specificità e autonomia delle stesse.
martedì 16 ottobre 2012
Salviamo la Provincia e pretendiamo di più!

Con ciò ribadisco che il mantenimento di Belluno quale Provincia montana è innanzitutto necessario per le comunità che la vi abitano.
Sono dell'idea, confermando che la Lega Nord parteciperà alla manifestazione unitaria per la salvaguardia della nostra Provincia, che ci sia l'obbligo politico di guardare oltre alla sola battaglia di tutela dei confini.
Abbiamo il dovere, unitario, di chiedere e pretende di più dallo Stato e dalle istituzioni per poter continuare a vivere e sperare in un domani nel bellunese, non serve salvare un confine ma occorre dare contenuto e futuro alla "scatola" provinciale.
Si pensi solamente al preoccupante tasso di disoccupazione che, nella fascia dai 15 ai 29 anni, ha toccato in provincia di Belluno il 14,5% e che a parità di aree nella autonoma Bolzano arriva al 7%, meno della metà, senza contare la differenza in salari e servizi. E' necessario quindi osare di più e pretendere una maggiore autonomia fiscale e un conseguente trasferimento di funzioni, per poterci dare un autogoverno che dia futuro ai giovani e a tutta la provincia.
La Lega Nord della Provincia di Belluno ribadisce, anche a seguito del dirttivo svolotosi ieri sera, la necessità che il governo conceda una deroga per Belluno al Decreto Legge 95/2012 e che allo stesso ente sia garantita di maggiore autonomia fiscale e rimanga di primo grado, quindi con un Presidente ed un consiglio provinciale eletto dal popolo.
Reputo che la manifestazione indetta unitariamenta da partiti e associazioni servirà per ridare unità anche alle stesse comunità che abitano la provincia che mai, fino ad ora, hanno sentito la necessità di unirsi per una causa comune e fortemente territoriale.
Come disse il politico e fondatore dell'Union Valdotaine Bruno Salvadori, nonchè tra le figure che dettero nascita al pensiero leghista: "E' mio parere, condiviso d'altra parte da molti altri, che bisogna consentire a chiunque, se lo desidera ovviamente, di vivere nella terra in cui è nato; per cui è indispensabile realizzare strutture sociali ed economiche che consentano tale scelta."
Reputo che tali parole riescano a sintetizzare perfettamente la voglia di salvaguardia della nostra terra e allo stesso modo facciano scaturire una necessaria riorganizzazione istituzionale che possa consentire un reale futuro ai bellunesi.
Diego Vello
Segretario Provinciale Liga Veneta-Lega Nord
Provincia di Belluno
giovedì 11 ottobre 2012
La Lega parteciperà alla riunione per la difesa della Provincia.

Lo
farò a nome del mio partito che in questi mesi, quanto a livello
locale come a Roma, ha già espresso la sua posizione e convinzione
nel difendere la provincia di Belluno.
La
politica bellunese non può rinunciare ad una battaglia di difesa
territoriale, è giusto quindi unirci come popolo a sostegno di casa
nostra, della nostra autonomia e quindi tutelare il nostro futuro.
La
Lega Nord è stata l'unica forza politica che ha contestato la scelta
del Governo Monti di rivedere il riassetto delle province, una scelta
incomprensibile e degna di un Governo nemico degli enti locali.
Reputo che un professore debba valutare i propri alunni dai risultati
scolastici e dal merito e non tanto dall'altezza e dal peso, qui
invece il Professor Monti ha preferito obbligare le regioni a
rivedere le province su parametri assurdi di superficie e
popolazione senza tener conto delle reali necessità territoriali.
Un
governo che preferisce abolire la Provincia di Belluno,
considerandola province inutile ma che continua a foraggiare il
meridione. Di questa settimana la notizia dei 900 milioni assegnati
alla Regione Sicilia per ripianare i propri debiti e ancora la
riforma del titolo V della costituzione per togliere poteri alla
regioni e riportarli sotto il centralismo dello Stato togliendo alle
stesse ulteriori trasferimenti economici.
Di
fronte a queste e tane altre notizie non possiamo che indignarci,
come autonomisti, contro uno Stato nemico dei territori e delle
popolazioni, che qui come in tutto il Nord, pagano le tasse a fronte
di minori servizi e continui tagli.
Per
la stessa ragione, chi in questi giorni si scaglia contro la Regione
Veneto e non contro il centralismo statale, dimostra di non capire
ancora che le leggi si fanno a Roma e non a Venezia.
Sono
in troppi i soggetti che usano impropriamente il termine autonomia
solo per rendiconto politico e la difesa del bellunese non deve più
essere solo uno slogan da usare tra i confini della nostra terra per
poi dimenticarsene in sede di partito quando si è a Roma, così come
fatto ultimamente dal PD e dal PDL rimarcando posizioni di
autonomismo a Belluno e sostenendo le scelte del governo centrale a
Roma!
Cordialmente.
PRIMA
IL NORD !
Diego
Vello
Segretario
Provinciale
Liga
Veneta Lega Nord Belluno
lunedì 1 ottobre 2012
Stati Generali del Nord, opportunità di rilancio anche per Belluno
L'esito
di una due giorni produttiva e innovativa, meeting di spessore
politico frutto anche di una Lega Nord rinnovata e fresca di Idee.
Penso
che l'esito della due giorni leghista a Torino, con il coinvolgimento
delle parti produttive e sociali che caratterizzano la locomotiva del
Nord, sia stata utile per rilanciare la questione settentrionale in
una veste nuova e più concreta.
Tra
le proposte uscite ci sono spunti interessanti anche per l'area
bellunese e stimolo per un nuovo corso politico anche per le aree
disagiate dei territori più periferici come il nostro.
Interessante
l'intervento di un giovane disoccupato della Valtellina che ha
portato le difficoltà del suo territorio speculari, per alcuni
versi, a quelle che un giovane in terra bellunese si trova a vivere
quotidianamente.
Alle
questioni di carattere economico, che contraddistinguono il progetto
di macro regione con gli obbiettivi di autonomia fiscale per tutto il
Nord, se ne sono aggiunti altri molto interessanti.
Le
gabbie salariali che tengano conto del costo della vita delle varie
aree produttive, una nuova politica sugli appalti che privilegi le
imprese locali dando priorità alle ditte che operano in loco, la
fiscalità di vantaggio e la defiscalizzazione delle nuove assunzione
degli under 35, sono punti essenziali della nuova politica intrapresa
dalla Lega.
Questi
e altri punti che compongono la “rivoluzione” di Maroni possono
dare spunto anche a Belluno e ai suoi territori in considerazione
delle problematiche da noi tutti conosciute.
Una
maggiore autonomia locale e una nuova politica di impresa che tenga
conto delle difficoltà del produrre in territori montani, un
rilancio dell'occupazione giovanile per non vedere un continuo
spopolamento che mina il nostro domani defiscalizzando i nuovi
assunti e un nuovo modello previdenziale che consideri il costo della
vita nella nostra provincia possono comporre un nuovo quadro politico
di proposte anche per Belluno.
Nei
prossimi mesi la segreteria provinciale organizzerà sui vari temi
tavole rotonde ed incontri per discutere e approfondire i 12 punti
della nuova proposta marchiata Lega Nord.
PRIMA
IL NORD !
Diego
Vello
Segretario
Provinciale
Liga
Veneta Lega Nord Belluno
venerdì 28 settembre 2012
Sezione Ladina, eletta Danilea Templari a segretaria
Ieri (27/09/2012) sera si è svolta l'assemblea della nuova sezione della Lega
Nord Ladina, nella quale si è andati ad eleggere il nuovo segretario di
sezione.
Eletta a rappresentanza della neonata realtà del Movimento della
Lega Nord, Daniela Templari, già assessore provinciale nella passata
amministrazione e attuale assessore nella giunta del Comune di
Livinallongo.
Trai presenti in congresso anche il sindaco di Rocca Pietore Andrea
de Bernardin,il segretario di circoscrizione Cesare Bon e il segretario
provinciale Diego Vello.
La nuova sezione comprende i comuni
di minoranza linguistica Ladina, Cortina d'Ampezzo, Colle Santa Lucia,
Livinallongo del Col di Lana e Rocca Pietore.
La discussione, prima di soffermarsi sulla votazione del nuovo
segretario, ha interessato parecchie tematiche di interesse
territoriale, tra le quali l'annosa vicenda dei conti di Bim Gsp e la
richiesta di maggiore trasparenza nei conti.
Si è poi parlato dei referendum che stanno interessando i comuni
dell'Agordino e dello stesso comune di Rocca Pietore fresco del
consiglio comunale che ne ha deliberato l'approvazione.
Per
quanto concerne il referendum del 2007 di Cortina e dei comuni di Colle
Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana si è confermata la posizione a
sostegno della Lega Nord alle richieste espresse dalla popolazione e
quindi a favore del cambio dei confini in terra Sud Tirolese.
L'assemblea ha quindi votato la nuova segretaria nella persona di Daniela Templari.
PRIMA IL NORD !
giovedì 27 settembre 2012
Lamon: traditi da Monti, Pd e Pdl
A
seguito del voto alla Camera di ieri pomeriggio, in relazione al
referendum di Lamon, denoto ancora una volta con rammarico che i
partiti della maggioranza a sostegno del Governo Monti non ha
rispettato la volontà popolare dei cittadini.
Come
confermato già nelle passate settimane solo la Lega ha rispettato i
lamonesi e il loro diritto ad avere una risposta sul proprio futuro e
quindi se rimanere in Veneto o se essere aggregati al Trentino, la
Lega Nord infatti ha tenuto fede alle promesse mettendo al voto il il
distacco, confermando la propria posizione a favore della volontà
espressa dalla maggioranza dei cittadini di Lamon e difendendo le
stesse posizioni anche contro il parere del Governo per il rinvio in
Commissione Bilancio.
Per
quanto sia vero che la proposta di rinvio in commissione sia stata
sollevata dal sottosegretario Ruperto, è da precisare che
l'assemblea del parlamento, che è sovrana, poteva respingere tale
proposta e quindi andare al voto definitivo come auspicavamo noi
leghisti.
Si
è invece verificato quello che si temeva, ossia che per motivi di
copertura finanziaria, scusa politica per non decidere, la votazione
venisse rinviata con la sola opposizione della Lega Nord.
Il
Pd che in questi giorni ha vissuto di passerelle e di propaganda a
favore dei lamonesi si è smascherato da solo dimostrando la sua
inaffidabilità e falsità alla prova del voto.
Pd,
Pdl e i partiti a sostegno del Governo Monti hanno quindi tradito i
lamonesi negando loro di avere una risposta ad una loro legittima
richiesta popolare, hanno illuso migliaia di cittadini preferendo la
via del non decidere e del rinvio .
Mi
auguro che in tempi brevi si ritorni al voto alla Camera ma presumo
che i lamonesi dovranno attendere ancora parecchi mesi prima di avere
un esito definitivo.
PRIMA
IL NORD !
Diego
Vello
Segretario
Provinciale
Liga
Veneta Lega Nord Belluno
mercoledì 12 settembre 2012
Giovani senza futuro, giovani che non lo cercano?
Era il 1968 e i giovani, quei
giovani, lottavano per un ideale comune di nuova società più libera
e giusta seppur dipinto da dismogenei gruppi politici che si
contendevano, loro, un posto da nuovi leader in un nuovo futuro che
tanto speravano. Chi dice che il 68' è stata un epoca segnata
dall'errore di sbandati giovinotti si sbaglia, anche io contesto
alcuni ideali che spinsero quei giovani ma non dimentico quanto
allora, ogni giovane, quei giovani, avessero la forza di combattere
per un domani, il loro domani.
E' il 2012 e la disoccupazione giovanile varca la soglia del 36% (nel 2010 la disoccupazione giovanile in Veneto era del 7.6% oggi è del 10%) in un'Italia segnata da un futuro nero e altamente minato, il costo della vita è raddoppiato solamente nel giro di pochi anni sotto il segno di una moneta unica che sembra essersi trasformata in una bestia sacrificale a servizio dell'Europa delle banche dove investimento significa ormai aiutare qualche banchiere, altro che nuove infrastrutture e sviluppo, e siamo, tutti, costretti a vivere un presente senza poter nemmeno immaginare un domani.
Ma non occorre badare all'Europa delle banche, a volte basterebbe pensare allo stivale che ci fa sudare il piede da ormai troppi anni che sembra essersi ingessato alla gamba del nord come una sfera di piombo di un carcerato. Giovani, questi giovani del Nord Est, che da domani usciranno dalla loro università tanto prestigiosa quanto costosa, da poter garantir loro solo un domani all'estero senza poter sperare in una propria impresa al Nord e magari ambire ad uno stipendio decoroso che possa far costruire casa e una famiglia.
Giovani, questi giovani, quelli che grazie al costo del lavoro più alto al mondo dovranno pregare in arabo e poi, ovviamente, in cinese il futuro datore di lavoro perchè possano almeno sperare in una busta paga in un posto decorevole, salvo dimeticarsi che quel gruzzoletto di stipendio dovrà essere donato in pasto a banche, assicurazioni, bolli auto, canoni televisivi e telefonici, benzina (ditemi dove in Europa costi 2 euro?), ecc. ecc..
Ma passiamo al Nord, questo Nord, quando i vecchi ormai ragazzi del 68' (e non solo) potranno raccontare ai loro nipoti di aver costruito il più grosso impero economico d'Italia e una delle più floride aree produttive al mondo, il nipote di turno guarderà quel nonno con due occhi così grandi da non potergli credere, quasi come una favoletta della Disney. E' no! Quell'impero c'era , era il Nord, era la Lombardia , il Veneto e il Nord-Est, ma sarà ormai troppo tardi, quel giovane lavorerà dipendente di una squallida mega fabbrica cinese o, se ne avrà fortuna, ambirà a fare l'ingegnere ma in Inda o Brasile. E di quel Veneto? Che fine ha fatto?
Ecco, io mi chiedo fantasiosamente, se mai il domani sarà così, dove sono quei giovani, questi giovani?
Passivi come un campo di grando all'arrivo delle locuste, freddi come la neve e convinti di resistere con un sole ferragostiano? Disiteressati alla poltica dimostrando che solo al 5% dei giovani sembra interessare l'unica forma di gestione democratica del futuro, appunto, la politica.
Sì è vero, siamo tra i più bassi per percentuale di laureati in Europa (Eurostat), appena dopo la Turchia ma quel che c'è da chiedersi è come mai così pochi laureati stentino pure loro a trovar lavoro ed ecco che il rapporto Alma laurea 2012 dice che in un anno il tasso di occupati dopo la laurea è calato del 7% e la media di stipendo è di 1000 euro.
Ma cavolo! Giovani! Mica sarà sempre la solita birra al bar e una vittoria della nazionale, o una trasmissione di Maria de Filippi o uno stupio Grande Fratello a darvi un futuro. Forse in quel 1968 le birre costavano di più e il calcio non esisteva come sport, visto allora qualcuno sperava e lottava in un futuro migliore?
Il mio vuole essere un sassolino in uno stagno ma se il domani non parte dai giovani che vogliono un futuro quale futuro ci potrà mai essere?
Diego Vello
(giovane) Segretario della Lega Nord Prov. di Belluno
E' il 2012 e la disoccupazione giovanile varca la soglia del 36% (nel 2010 la disoccupazione giovanile in Veneto era del 7.6% oggi è del 10%) in un'Italia segnata da un futuro nero e altamente minato, il costo della vita è raddoppiato solamente nel giro di pochi anni sotto il segno di una moneta unica che sembra essersi trasformata in una bestia sacrificale a servizio dell'Europa delle banche dove investimento significa ormai aiutare qualche banchiere, altro che nuove infrastrutture e sviluppo, e siamo, tutti, costretti a vivere un presente senza poter nemmeno immaginare un domani.
Ma non occorre badare all'Europa delle banche, a volte basterebbe pensare allo stivale che ci fa sudare il piede da ormai troppi anni che sembra essersi ingessato alla gamba del nord come una sfera di piombo di un carcerato. Giovani, questi giovani del Nord Est, che da domani usciranno dalla loro università tanto prestigiosa quanto costosa, da poter garantir loro solo un domani all'estero senza poter sperare in una propria impresa al Nord e magari ambire ad uno stipendio decoroso che possa far costruire casa e una famiglia.
Giovani, questi giovani, quelli che grazie al costo del lavoro più alto al mondo dovranno pregare in arabo e poi, ovviamente, in cinese il futuro datore di lavoro perchè possano almeno sperare in una busta paga in un posto decorevole, salvo dimeticarsi che quel gruzzoletto di stipendio dovrà essere donato in pasto a banche, assicurazioni, bolli auto, canoni televisivi e telefonici, benzina (ditemi dove in Europa costi 2 euro?), ecc. ecc..
Ma passiamo al Nord, questo Nord, quando i vecchi ormai ragazzi del 68' (e non solo) potranno raccontare ai loro nipoti di aver costruito il più grosso impero economico d'Italia e una delle più floride aree produttive al mondo, il nipote di turno guarderà quel nonno con due occhi così grandi da non potergli credere, quasi come una favoletta della Disney. E' no! Quell'impero c'era , era il Nord, era la Lombardia , il Veneto e il Nord-Est, ma sarà ormai troppo tardi, quel giovane lavorerà dipendente di una squallida mega fabbrica cinese o, se ne avrà fortuna, ambirà a fare l'ingegnere ma in Inda o Brasile. E di quel Veneto? Che fine ha fatto?
Ecco, io mi chiedo fantasiosamente, se mai il domani sarà così, dove sono quei giovani, questi giovani?
Passivi come un campo di grando all'arrivo delle locuste, freddi come la neve e convinti di resistere con un sole ferragostiano? Disiteressati alla poltica dimostrando che solo al 5% dei giovani sembra interessare l'unica forma di gestione democratica del futuro, appunto, la politica.
Sì è vero, siamo tra i più bassi per percentuale di laureati in Europa (Eurostat), appena dopo la Turchia ma quel che c'è da chiedersi è come mai così pochi laureati stentino pure loro a trovar lavoro ed ecco che il rapporto Alma laurea 2012 dice che in un anno il tasso di occupati dopo la laurea è calato del 7% e la media di stipendo è di 1000 euro.
Ma cavolo! Giovani! Mica sarà sempre la solita birra al bar e una vittoria della nazionale, o una trasmissione di Maria de Filippi o uno stupio Grande Fratello a darvi un futuro. Forse in quel 1968 le birre costavano di più e il calcio non esisteva come sport, visto allora qualcuno sperava e lottava in un futuro migliore?
Il mio vuole essere un sassolino in uno stagno ma se il domani non parte dai giovani che vogliono un futuro quale futuro ci potrà mai essere?
Diego Vello
(giovane) Segretario della Lega Nord Prov. di Belluno
Referendum di Lamon, ultima tappa.
Dopo 7 anni, Lamon, primo tra i comuni bellunesi ad aver percorso la strada del referendum per il passaggio al Trentino, andrà in discussione e poi al voto al parlamento di Roma.
La Lega Nord ha rispettato la promessa e conferma la propria linea politica nel rispetto della volontà popolare.
martedì 11 settembre 2012
domenica 9 settembre 2012
Referendum di Lamon, grazie alla Lega Nord andrà al voto a Roma
Pronti alla sfida Lamon, adesso le carte vanno
al vedo. Se alla Camera il nostro Capogruppo Paolo Dozzo è pronto al voto sul
referendum di Lamon dove la Lega Nord
voterà a favore del passaggio nel pieno rispetto della volontà popolare, per la
stessa ragione sono convinto che le forze politiche dovranno rispettare l’esito
delle richieste dei lamonesi.
Avevamo preannunciato che la
Lega Nord avrebbe rispettato e perseguito
le volontà dei referendum secessionisti, questa ne è la riprova, ma adesso
l’ultima partita è Roma e si preannuncia la più difficile.
E’ grazie al mio Movimento che ha sempre
creduto nello strumento dei referendum se oggi si potrà finalmente
calendarizzare il tanto atteso voto su Lamon, non reputo infatti eticamente
corretto che una popolazione si esprima in un referendum e rimanga poi orfana
della decisione definitiva, e per la stessa ragione mi pare siano stati già
troppi gli anni che hanno tenuto sulla graticola i cittadini in attesa di un
voto a Roma.
Dal 2005 la
Lega Nord ha sempre seguito questa partita,
partendo dal voto tanto discusso in Regione Veneto dove lo stesso Presidente di
allora, Giancarlo Galan (Pdl), si oppose duramente contro chi sosteneva il rispetto
dell’esito referendario, ma la Lega Nord , senza
tanti problemi, mise al voto e ne uscì un Sì tanto atteso girando la palla a
Roma che entro breve, sempre grazie alla Lega, porterà il caso in aula.
Quella su Lamon è stata una sfida anche per la
segreteria provinciale della Lega Nord di Belluno, è infatti da quando sono
segretario che ho sempre sostenuto e mi sono sempre battuto perché i referendum
secessionisti trovassero risposta nelle istituzioni e questo mi ha portato in
più sedi, come nel congresso federale di giugno, a ricordare non solo il caso
Lamon ma anche gli altri comuni, da Sovramonte, Sappada, fino a Cortina.
Mi auguro che tutti, a prescindere dagli
schieramenti, votino il passaggio in Camera nel pieno rispetto della volontà di
quel referendum che nel 30 e 31 ottobre del 2005 vide oltre duemilatrecento
lamonesi chiedere il distacco dal veneto e l’annessione al trentino; non solo
un cambio di confini ma un speranza di credere in un futuro migliore.
Diego Vello
Segretario Provinciale
Liga Veneta Lega Nord Belluno
venerdì 7 settembre 2012
Diefendo i 40 anni di autonomia di Bolzano e non chi li critica
Considero la critiche rivolte da Dario
Bond al Presidente della Repubblica Napolitano incoerenti con quanto
sottoscritto anche da lui il giorno 31 settembre nell'assemblea dei
sindaci del Bellunese.
Non possiamo essere autonomisti solo per opportunità momentanea e criticare Napolitano perché partecipa all'anniversario dell'autonomia del Trentino e del Sud Tirolo, sono invece del parere che come il Presidente della Repubblica apprezza i festeggiamenti di un risultato di autodeterminazione debba, per la stessa ragione, comprendere le nostre necessità territoriali e concederci pari diritti e autonomia.
Sono convinto che gli stessi esponenti
del Pdl, prima di criticare apertamente il Capo dello Stato su questo
tema, dovrebbero attaccare i loro stessi esponenti che continuano a
sostenere un Governo Monti oramai diventato famoso non solo per
l'aumento delle tasse ma anche per aver affossato il federalismo.
Prima di negare i diritti di autonomia ai vicini Sud Tirolesi
cercherei di farne un modello da copiare anche nel bellunese.
Non sono qui a fare il difensore di
Giorgio Napolitano, che per altro è uno dei fautori
dell'insediamento del Governo Monti, ma reputo che l'occasione dei 40
anni di autonomia dell'Alto Adige dovrebbero essere riletti sotto una
visione propositiva per il futuro anche di casa nostra.
Non ho mai negato l'autonomia di quelle popolazioni che con convinzione e determinazione sono riuscite ad ottenerla e le ammiro per il risultato; reputo invece che anche gli stessi bellunesi e in primis i politici dovrebbero trovare la giusta ricetta condita da determinazione per far ottenere pure a noi una ragionevole autodeterminazione territoriale.
Al Capo dello Stato che verrà dopo Napolitano auguro di poter passare un domani anche in Provincia di Belluno per festeggiare la ricorrenza della nostra autonomia, chi invece ha altre idee se ne potrà stare comodamente a casa.
Diego Vello
Segretario Provinciale
Liga Veneta Lega Nord Belluno
martedì 4 settembre 2012
Eletto il nuovo segretario della Circoscrizione Feltrina
Nel
corso del Congresso di Circoscizione Feltrina riunitosi ieri sera alle ore 20.30 nei locali del ristorante La Casona di Feltre, l'assemblea dei
Militanti della Lega Nord del territorio comprensivo di tutte le
sezioni del movimento dell'area del feltrino, ha eletto con
maggioranza di voti il nuovo segretario Flavio Devetag.
Lo
stesso guiderà per due anni la direzione della circoscrizione e come
da suo programma avrà il compito di rinnovarla e di rilanciare
l'azione del movimento in tutti i suoi comuni. La Lega, è stato
ribadito dallo stesso, è l'unico movimento che persegue gli
interessi del Nord e della sua gente, specialmente nel territorio
feltrino il lavoro dovrà essere mirato a riprendere consenso tra la
gente ridando vigore all'azione della Lega Nord.
Il
segretario Provinciale, che ha presieduto i lavori, ha ribadito la
necessità di rispettare la volontà dei vari movimenti referendari
presenti sul territorio feltrino e il conseguente appoggio per
l'indizione del referendum del Comune di Feltre discusso in questi
giorni . Per lo stesso principio la linea del movimento ribadisce il
rispetto della volontà popolare qualsiasi esso sia l'esito di queste
consultazioni.
Dalla
segreteria provinciale della Liga Veneta Lega Nord Belluno un augurio
di buon lavoro.
sabato 1 settembre 2012
Condivido la posizione dei sindaci bellunesi
Ritengo che la posizione espressa dalla
maggioranza dei sindaci del nostro territorio bellunese, a salvaguardia della
provincia, sia condivisibile e dimostra un senso di unità territoriale che è
riuscito a superare divisioni politiche a volte divergenti.
Quanto deciso dall’assemblea è in linea con la
posizione della Lega Nord e con quanto già da me espresso in sede di congresso
federale con la presentazione della mozione a difesa delle province montane e
del riconoscimento delle esigenze di specificità e autonomia delle stesse.
Non occorre solo salvaguardare i confini ma è
vitale mantenere risorse e competenze che riescano a far funzionare l’ente,
evidenziata la già drammatica situazione che vive in questi anni la nostra
provincia.
Sprono i consiglieri regionali Dario Bond e
Sergio Reolon a rendere partecipi di questa iniziativa i rispettivi partiti che
in questo momento sostengono il governo a Roma, credo che come già fatto dalla
Lega Nord portando ai massimi vertici del movimento le nostre necessità
territoriali, debba essere fatto anche negli altri schieramenti. Ad ogni modo
la prossima tappa si chiama Regione Veneto e la proposta che uscirà di
riorganizzazione territoriale dovrà tener conto di quanto espresso dai sindaci
bellunesi.
Diego Vello Segretario Provinciale Liga Veneta Lega Nord Belluno
lunedì 27 agosto 2012
Difendere un territorio non è mai sbagliato
Anche oggi, a fronte di una importante riunione della Liga Veneta, come Lega Nord provinciale di Belluno abbiamo difeso la nostra terra, la nostra provincia.
Il riordino degli enti locali rischia di affossare definitivamente un'area omogenea come quella della montagna bellunese e a questo punto la classe politica non può sfilarsi rinunciando ad una battaglia per piegarsi al sistema. Sapendo che è molto difficile incunearsi in un meccanismo caotico che ha caratterizzato il Governo in questi mesi, non dobbiamo crede che Belluno come provincia rimanga solo un pezzo di storia da ricordare, è invece necessario calcare la mano in questo tema per alzare una voce.
La debolezza della politica bellunese per i suoi miseri numeri nei confronti di Roma deve vederci uniti e non deve ammettere cedimenti. Il muro che difende Belluno è roccia dolomitica , friabile e troppo debole, dobbiamo perciò farci vedere compatti sia in Regione Veneto che a Roma.
La Lega Nord in questi giorni si vede in più fronti impegnata a difesa non solo della provincia in quanto ente di primo grado ma anche per il mantenimento di funzioni amministrative in capo ad essa, non sarebbe infatti ammissibile salvare una scatola vuota . Questa è una battaglia che già ci vede in prima linea in commissione a Roma, ma nella stessa prima commissione i numeri di Pd e Pdl minano la nostra operazione (a riprova di alcuni soggetti politici che in qui a Belluno fanno un'altra voce) !
Le battaglie come sul demanio idrico e sull'urbanistica vinte in questi ultimi anni grazie anche all'apporto politico del movimento leghista sono un tangibile segno di cosa significhi per noi autonomia e delocalizzazione sempre più vicina al cittadino, ma le riforme di queste ore avallate dalla politica centralista rischiano di rendere vano lo sforzo di dieci anni di battaglia politiche.
Sappiamo che il governo con decreto rischia di distruggere ogni barricata, ma sappiamo allo stesso modo che non è etico obbligare un territorio a sparire con una legge statale e poi lanciare la patata bollente in capo alla Regione che ne deve di fatto organizzare il funerale. Quando il Pdl e il Pd parlano in provincia di Belluno di specificità e tutela della provincia siamo così convinti che a Roma come a Venezia parlino la stessa voce? Per ora i fatti parlano inversamente.
Ecco che difendere un territorio non è quindi utopia ma necessità, la difesa a volte si tramuta in sconfitta ma senza difesa si rischia di cadere da schiavi senza diritti.
Belluno è molto più di un territorio politico formato da confini amministrativi, è montagna, Dolomiti, turismo, difficoltà di ogni genere dalla neve che la batte da Nord a Sud per oltre sei mesi al problema del dissesto idrogeologico, è studenti e persone che ogni giorno devono trovare soluzione negli spostamenti sempre più difficili, è vastità di un territorio aspro e a volte difficilmente abitale, Belluno è molto di più di una semplice area da rimaneggiare.
Attendo con ansia quindi la riunione dei sindaci del 31 agosto sperando che almeno in questa battaglia "casalinga" prevalga l'interesse generale senza divisione ideologiche.
Diego Vello
Segretario Liga Veneta-Lega Nord PROVINCIA DI Belluno
Il riordino degli enti locali rischia di affossare definitivamente un'area omogenea come quella della montagna bellunese e a questo punto la classe politica non può sfilarsi rinunciando ad una battaglia per piegarsi al sistema. Sapendo che è molto difficile incunearsi in un meccanismo caotico che ha caratterizzato il Governo in questi mesi, non dobbiamo crede che Belluno come provincia rimanga solo un pezzo di storia da ricordare, è invece necessario calcare la mano in questo tema per alzare una voce.
La debolezza della politica bellunese per i suoi miseri numeri nei confronti di Roma deve vederci uniti e non deve ammettere cedimenti. Il muro che difende Belluno è roccia dolomitica , friabile e troppo debole, dobbiamo perciò farci vedere compatti sia in Regione Veneto che a Roma.
La Lega Nord in questi giorni si vede in più fronti impegnata a difesa non solo della provincia in quanto ente di primo grado ma anche per il mantenimento di funzioni amministrative in capo ad essa, non sarebbe infatti ammissibile salvare una scatola vuota . Questa è una battaglia che già ci vede in prima linea in commissione a Roma, ma nella stessa prima commissione i numeri di Pd e Pdl minano la nostra operazione (a riprova di alcuni soggetti politici che in qui a Belluno fanno un'altra voce) !
Le battaglie come sul demanio idrico e sull'urbanistica vinte in questi ultimi anni grazie anche all'apporto politico del movimento leghista sono un tangibile segno di cosa significhi per noi autonomia e delocalizzazione sempre più vicina al cittadino, ma le riforme di queste ore avallate dalla politica centralista rischiano di rendere vano lo sforzo di dieci anni di battaglia politiche.
Sappiamo che il governo con decreto rischia di distruggere ogni barricata, ma sappiamo allo stesso modo che non è etico obbligare un territorio a sparire con una legge statale e poi lanciare la patata bollente in capo alla Regione che ne deve di fatto organizzare il funerale. Quando il Pdl e il Pd parlano in provincia di Belluno di specificità e tutela della provincia siamo così convinti che a Roma come a Venezia parlino la stessa voce? Per ora i fatti parlano inversamente.
Ecco che difendere un territorio non è quindi utopia ma necessità, la difesa a volte si tramuta in sconfitta ma senza difesa si rischia di cadere da schiavi senza diritti.
Belluno è molto più di un territorio politico formato da confini amministrativi, è montagna, Dolomiti, turismo, difficoltà di ogni genere dalla neve che la batte da Nord a Sud per oltre sei mesi al problema del dissesto idrogeologico, è studenti e persone che ogni giorno devono trovare soluzione negli spostamenti sempre più difficili, è vastità di un territorio aspro e a volte difficilmente abitale, Belluno è molto di più di una semplice area da rimaneggiare.
Attendo con ansia quindi la riunione dei sindaci del 31 agosto sperando che almeno in questa battaglia "casalinga" prevalga l'interesse generale senza divisione ideologiche.
Diego Vello
Segretario Liga Veneta-Lega Nord PROVINCIA DI Belluno
martedì 24 luglio 2012
Bond critichi i suoi colleghi di partito prima di Muraro e la Lega Nord.
In risposta a Dario Bond, capogruppo Pdl in Regione Veneto.
Inutile ribadire che c’è una specificità provinciale che
vede Belluno come una realtà montana da tutelare e quindi è politicamente
inaccettabile sia la sua soppressione che il subordino a realtà di pianura, ma
le esternazioni di Dario Bond, Capogruppo del Pdl in Regione Veneto, contro il
Presidente della Provincia di Treviso Muraro sono oltremodo fuori luogo e
politicamente disoneste.
Non condivido l’unione di Treviso a Belluno ma reputo utile
mettere ordine sulla questione politica oggetto di dibattito in questi giorni
che vede la Provincia di Belluno tra quelle soppresse in quanto con popolazione
inferiore ai 350mila abitanti.
La Lega Nord è l’unico partito che si sta opponendo al
taglio scellerato del Governo agli enti locali e contestualmente è l’unico
movimento che difende l’ente provincia in questi giorni.
Sono invece i colleghi di partito di Dario Bond, del Pdl,
che a Roma appoggiano questo Governo di tecnici e votano a favore di questi
provvedimenti.
Consiglio a Bond di telefonare ad Alfano e fare il difensore
delle province all’interno del proprio partito politico invece di fare il
paladino dei Bellunesi solo tramite comunicati stampa dato che il Pdl è
complice assieme al Governo Monti della soppressione della Provincia di Belluno
e responsabile del suo commissariamento. Se il Pdl accetterà anche questa
manovra governativa Belluno sarà morta e sepolta, così come lo stesso Pdl ha
accettato in questi mesi Imu, tagli agli enti locali e aumento dell’Iva.
Diego Vello
Segretario Liga Veneta Lega Nord
Provincia di Belluno
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